Archeologia filosofica è il nome di questa nuova collana, diretta da Alessandro Baccarin e Paolo Vernaglione Berardi, [Laboratorio archeologia filosofica] e dedicata a temi, autori e problemi di solito relegati in una zona difficilmente accessibile del pensiero. Scopriamo invece che il “senso comune” dei discorsi e dei “valori” è intessuto di saperi esclusi dalla “cultura” occidentale. La prima scoperta di queste stratificazioni si deve a Michel Foucault che ha inaugurato un metodo basato sull’indagine delle “formazioni discorsive”.
Contemporaneamente il grande filosofo Enzo Melandri farà dell’archeologia del pensiero occidentale il campo di una storia dei problemi. Oggi Giorgio Agamben, che ha coniato l’archeologia filosofica”, riprende questo metodo in vista di una “scienza senza nome” che è ricerca genealogica dei dispositivi di sapere-potere e confronto tra storia e archivio. Si apre così una inattuale possibilità di ricerca e di sperimentazione che potrebbe indicare la via per destituire la “cattura” della vita.
Quaderni di archeologia filosofica
volume primo
Nietzsche e la modernità; Michel Foucault, gli antichi e la “cura di se”; l’arte della guerra; L’erotica antica; Michel De Certeau, la mistica e la storia; Giorgio Agamben e l’uso dei corpi; il dispositivo psichiatrico; il neoliberismo e i paradigmi del potere. Questo volume raccoglie la prima serie dei Quaderni realizzati dal Laboratorio di archeologia filosofica (www.archeologiafilosofica.it) in tre anni di ricerche e riapre il dibattito filosofico, costretto finora nello spazio angusto di una disciplina di cui da tempo si percepisce la “crisi”. Accessibile ad un vasto pubblico di lettori, il testo testimonia una delle realtà più vive nell’esercizio del pensiero.
“Se è vero che l’archeologia è la sola via di accesso al presente, il Laboratorio di archeologia filosofica è forse oggi in Italia per eccellenza il luogo in cui il pensiero si misura coi problemi più urgenti del nostro tempo. Ai seminari e agli incontri finora promossi si è aggiunta la pubblicazione di una collana il cui programma sembra sviluppare editorialmente i temi più vivi delle attività del laboratorio.”
Giorgio Agamben