Il “campo”, il razzismo di stato, Archeologia Filosofica
Politiche di morte e governo della vita, II
Paolo Vernaglione Berardi
The last decrees imposed by national governments in EU (Italy, East Europe countries) represent the limit of governmentality. The adopted paradigm of the restrictive laws against the migrants coming from Libia, in facts breaks the international right about the rescue of the shipwreck victims. This “state of emergency” is implementing all the measures to maintain “public order” inside the cities, with evictions, ID checks, and generally production of fear. In this respect, the “racism of State” that Foucault had investigated in the mid Seventies has actually assumed the form of the “concentration camp”.
Nelle lezioni del Corso al College de France del 1976, dedicate al potere e alla guerra come matrice dei rapporti di potere, Michel Foucault introduce una nuova analitica che diverge dalle interpretazioni filosofico-politiche del potere. Mentre la teoria politica interpreta la sovranità come paradigma unico del potere, la genealogia storico-politica dei dispositivi disciplinari ci permette di vedere che non è tanto “il principe”, il sovrano, il re ad essere il luogo di costituzione e mantenimento del potere, quanto i rapporti tra gruppi classi, popolazioni nella storia dei conflitti e delle guerre. E ci fa comprendere che l’esercizio della sovranità è possibile a partire dalle distinzioni tra potere sovrano e governo. Il re regna ma non governa come il filosofo Giorgio Agamben ha dimostrato indicando la derivazione teologico-economica e non teologico-politica del potere sovrano[1].
La metafisica del boia
recensione: Kyle Harper, From Shame to Sin: the Christiane Transformation of Sexual Morality in Late Antiquity
Alessandro Baccarin
Nell’Atene e nella Corinto del IV secolo d.C., quando il cristianesimo è ormai religione di stato e degli imperatori, gli opifici delle due città greche producevano alacremente lucerne decorate con esplicite immagini erotiche. Queste immagini appartenevano ad un repertorio iconografico secolare, parte integrante di un ornamentale talmente abituale e tradizionale da risultare invisibile agli occhi dei pii abitanti del tardo impero romano… (pdf)
Il pensiero ad oriente
recensione: François Jullien, Entrare in un pensiero. Sui “possibili” dello spirito
Giuseppe D’Acunto
Giunto a una fase avanzata del suo lavoro di filosofo e di sinologo, Jullien con questo libro ritiene sia arrivato, per lui, il momento per porsi la questione in cui si riassume la motivazione che ha animato la sua intera impresa scientifica: questione il cui ricorso è giustificato anche in sede speculativa, se è vero che il problema del cominciamento può essere accostato solo a cammino già iniziato e retrospettivamente. La strategia che egli intende seguire non è, però, quella di partire – cartesianamente – dal dubbio.